Aggiornato il 13 Settembre 2021 by Luisa Maggio
In questa guida spieghiamo come fare il bucato a mano.
Anche se faticoso è indispensabile per alcuni capi particolari
-Quelli che sull’etichetta riportano la dicitura lavare a mano
-I tessuti delicati in seta, angora, cachemire, mohair e tutti quelli per i quali non si vogliono correre rischi
-Gli indumenti decorati con ricami, paillette, applicazioni adesive, strass: solo se esperti, in alternativa, la tintoria
-I supercolorati che tendono a stingere
-I molto sporchi che la lavatrice ha difficoltà a pulire.
Risulta essere importante utilizzare detersivi per il bucato a mano (sapone di Marsiglia per lana e delicati) senza eccedere con il prodotto.
Per gli indumenti delicati, l’ammollo deve essere breve e in acqua fredda.
Evitare di strofinare e torcere: per strizzare i maglioni o i vestiti di lana, stendeteli tra due asciugamani e arrotolate il tutto delicatamente, facendo uscire l’acqua in eccesso.
Lasciare in ammollo per tutta la notte i capi più resistenti, con acqua tiepida o calda.
I risciacqui devono essere numerosi per eliminare ogni residuo di detersivo.
Un cucchiaio di aceto, ammoniaca o bicarbonato nell’ultimo risciacquo, aiuta a far scivolare via la schiuma e rende la lana morbida ravvivandole i colori.
Gli indumenti di lana durano più a lungo se sono rivoltati prima di essere lavati, evitando i bozzoli o palline di lana antiestetiche: per toglierle usare delicatamente un rasoio.
Se un capo di lana si è infeltrito, immergetelo per un giorno intero in acqua fredda con un cucchiaio di ammoniaca per litro. Se la lana è ingiallita, lasciatela a bagno per un giorno con succo di due limoni per litro d’acqua, oppure con un cucchiaio di acqua ossigenata ogni tre litri.
Per mantenere morbida la seta, all’ultimo risciacquo aggiungete succo di limone, oppure sale, oppure aceto; se presenta aloni gialli, sciacquatela in acqua fredda con due cucchiai di latte e qualche goccia di acqua ossigenata. Cambiate l’acqua, aggiungete un po’ di sale e lasciatela rinnovarsi per una trentina di minuti.
Per ammorbidire la biancheria basta lasciare gli indumenti a bagno una notte in acqua e sale grosso, per chi non vuole usare il solito ammorbidente. La stessa operazione serve per impedire che i tessuti nuovi si stingano al primo lavaggio.
Lavate separatamente gli indumenti da lavoro molto sporchi per evitare che particelle e sostanze estranee possano depositarsi su altri capi di bucato e provocare allergie agli altri membri della famiglia.
Disinfettare, ogni tanto, la lavatrice con prodotti in commercio a base di ossigeno attivo e lisoformio.
Candeggiare solo i tessuti bianchi e resistenti in cotone, lino o canapa, prestando attenzione alle etichette: anche se la pubblicità sostiene il contrario, ogni candeggio rovina il tessuto e va effettuato il meno possibile.
Il bucato in lavatrice va riservato solo ai capi bianchi e resistenti: se si fa uso di candeggina, aggiungere all’ultimo risciacquo un cucchiaio di acqua ossigenata per togliere l’odore della candeggina.
Il bucato a mano va riservato per i tessuti (delicati) bianchi di lino, cotone e canapa, lasciandoli a bagno con un cucchiaio di candeggina per ogni litro di acqua per un’ora a bagno, dieci minuti per gli indumenti colorati.
Le acque di lavatura e risciacquatura delle maglie di lana devono essere uniformi: meglio attenersi al tiepido.
Tuffate prima in acqua tiepida, le maglie si passano poi, e si lasciano immerse per una decina di minuti, in soluzione saponosa (usando sapone di Marsiglia sciolto o uno di quei saponi a scaglie o in polvere in commercio) cui si sia aggiunto un cucchiaio di borace e uno di ammoniaca. Si lavano e si risciacquano premendole con le mani senza strizzarle, e senza passarci sopra il sapone in pezzi, poi si avvolgono in panni asciutti; e infine di stendono umide, dopo averle ricomposte “in forma”, sopra un’asse.
Per i tessuti di lana scura le brave massaie adoperavano un foglio di colla da falegname. Dopo averla spezzettata e tenuta a bagno una notte, e la mattina fatta sciogliere ben bene sul fuoco nell’acqua necessaria, si lascia stepidire il liquido e poi vi si getta dentro l’indumento strofinando le parti macchiate (segnate prima con un filo bianco)e, mentre la soluzione non è ancora completamente freddata, si risciacqua bene la stoffa in acqua corrente e, senza torcerla, si mette a riasciugare all’ombra.
Per i tessuti di seta nera o scura si usano le foglie di edera (una cinquantina per ogni litro di acqua), facendole bollire nell’acqua per un’ora e mezzo, immergendo la stoffa nel liquido filtrato e intiepidito e risciacquando poi abbondantemente: l’acqua dove sono bollite le foglie di edera serve a far scomparire il lucido che le stoffe prendono con lungo uso. La stessa operazione, in alternativa, può essere usata anche per lane scure.
I tessuti colorati di seta pura o artificiale si lavano con una soluzione di sapone bianco di buona qualità e si risciacquano aggiungendo all’ultima acqua un cucchiaio di aceto bianco o il sugo di un limone, e lasciando il tessuto immerso per qualche minuto, per ridare il fruscio del nuovo. Si maneggia e si preme leggermente. Questo serve anche per i tessuti di raion e per le maglierie di seta.
I pizzi e tulle acquistano freschezza se lavati con acqua di riso, bollendolo a lungo in mezzo litro d’acqua e, se la soluzione risulta troppo densa, allungando con acqua prima dell’uso.
Le stoffe di velluto non devono essere immerse nell’acqua, né troppo maneggiate: per smacchiarle si battono dal rovescio con una bacchettina tenendole sollevate, si spazzolano bene dal diritto, in modo che le setole penetrino fra i peli, e si strofinano poi con un panno ruvido imbevuto d’essenza di trementina o di benzina.
Per lavare le calze più delicate, comprese quelle di nylon, conviene non insaponarle direttamente, ma immergerle in acqua saponata, e poi risciacquarle bene. Ripetendo ogni giorno tale operazione, si evitano energiche lavature che
ledono la maglia: non si devono torcere dopo lavate, né esporre al sole o accanto a qualsiasi fonte di calore (mai pensare al phon se si ha fretta!), né stirare.
Prima d’infilarle, conviene arrotolarle fino alla punta e, infilandole, stare attente alle unghie e alle pellicole delle unghie o agli anelli per evitare di smagliarle.