In questa guida spieghiamo come scegliere un tappeto per la propria casa.
l tappeto completa e personalizza molto un ambiente, puo’ renderlo piu’ caldo o accogliente o esasperarne l’aspetto formale e di rigore. Sul mercato oggi c’e’ una vasta offerta, da quelli antichi a quelli moderni di serie a quelli su misura e su disegno. Parliamo di tappeti moderni, quali sono le prime informazioni da chiedere su un tappeto per orientarsi sul prezzo e qualita’? Innanzitutto come sono fatti. Ci sono delle moquette che vengono tagliate a misura ed eventualmente intarsiate che sono ottime per creare una buona scenografia senza spendere molto. Sono dei veri e propri rolli di moquette; solitamente alti 4 metri, che vengono tagliati ed eventualmente bordati. Il loro costo puo’ variare dai €. 60,00 ai €. 120;00 a seconda della tipologia, della bordatura e dalle lavorazioni (tipo intarsio). Dei tappeti decisamente piu’ belli sono i cosiddetti taftati a mano.
Vengono eseguiti disegnando il tappeto su uno stencil, come su una carta e poi con una gun, pistola, ogni pelo di lana o di seta viene inserito su un apposito supporto, una tela. E’ un tappeto ricco, alto o rasato, che si presta a diverse lavorazioni. Puo’ essere disegnato perlopiu’ geometricamente perche’ c’e’ un limite nel livello di definizione che non e’ altissimo. Cio’ dipende dalla quantita’ e qualita’ di fili che si possono inserirre (taftare) sul supporto. Sono tra i piu’ comuni tra i tappeti industriali ed il loro costo secondo la mia esperienza dovrebbe rimanere al massimo tra i €. 300,00 e i €. 400,00 al metro quadrato. Riconoscerli e’ semplice, basta guardare il lato inferiore, abitualmente per finirli gli incollano una grossa tela di juta o lino per preservare e coprire i punti.
Il tappeto moderno piu’ bello per qualita’ e’ il tappeto fatto a mano come mille anni fa. La procedura e’ ancora la stessa e ci sono famiglie in Iran, Persia, Cina,Turchia (queste sono le zone principali) dove di generazione in generazione si tramandano l’arte di fare tappeti. Il lavoro e’ fatto con un telaio come quello per fare tessuti dove abbiamo fili di trama ed ordito.
La definizione dei disegni è data dal numero di nodi o cosiddette linee per centimetro quadrato, il disegno dalla provenienza, se parliamo di tappeti antichi, poiche’ e’ una risulta della cultura del popolo. A differenza degli altri tappeti, la lana e’ lavorata finemente e sembra vellutata e guardando il lato inferiore si ha il disegno al negativo, non ci sono tele o colla. Se si vuole un buon prodotto ci devono essere almeno 80/100 nodi al centimetro quadro e il costo si aggirera’ intorno alle €. 500,00 al metro quadrato. Il costo, ovviamente, aumente all’aumentare del numero dei nodi e dei materiali usati (lane, seta etc.). Posso dire anche che solitamente e’ uno spreco realizzare tappeti con piu’ di cento nodi per disegni geometrici poichè la definizione non si leggerebbe. Si puo’ arrivare con duecento nodi a fare disegni floreali gia’ abbastanza complessi.
Storia
L’arte di annodare tappeti si accompagna alla storia dell’uomo fin dai tempi più remoti.
Il più antico esemplare di tappeto annodato a noi noto ha circa 2.500 anni. Fu scoperto nel 1949, durante una spedizione nella regione dei monti Altaj (situati al confine tra Russia e Mongolia), dall’archeologo russo Serghei Ivanovich Rudenko presso la vallata di Pazyryk
(nella steppa della Siberia meridionale). Una lastra di ghiaccio lo aveva miracolosamente conservato per secoli. Nella tomba sono stati ritrovati, anch’essi in un ottimo stato di conservazione, altri oggetti che, secondo gli studi degli specialisti, risalgono al IV-V secolo a.C.
Lo scopritore ipotizza che il tappeto di Pazyryk sia originario di Susa, in Persia. Ciò è confermato dal fatto che la sua decorazione è di stile tipicamente persiano (anche se le alci della decorazione e alcune scoperte successive dello stesso Rudenko farebbero pensare che l’arte di annodare tappeti facesse parte della cultura locale).
Questo straordinario tappeto in lana misura circa 4 metri quadrati (200 x 189 cm) e i suoi nodi (oltre 230 nodi turkibaft a pollice quadrato) sono fini e regolari. Presenta un’elaborata decorazione: il campo centrale è di un colore rosso scuro ed è ornato da ventiquattro cassoni stellati. I bordi sono formati da cinque bande: una riprende il motivo delle stelle; altre due bande raffigurano degli animali mitologici stilizzati; nelle ultime due sono rappresentate delle alci e dei cavalli montati o accompagnati dai cavalieri. I colori, anche se ossidati da secoli di permanenza nel ghiaccio, sono costituiti da un rosso scuro e da un giallo su fondo grigio verde.
Il tappeto di Pazyryk presenta, dunque, un’elevata tecnica esecutiva e una rara bellezza. Ciò è la prova che il tappeto fin dai suoi albori (25 secoli fa) aveva raggiunto vertici artistici molto elevati. Con la scoperta di Rudenko cadde la teoria secondo la quale il tappeto solo in un epoca molto recente si era trasformato in opera d’arte e che prima era da considerarsi come semplice manufatto, più confortevole delle pelli d’animale, usato dalle popolazioni nomadi per ricoprire il suolo delle tende.
Il tappeto di Pazyryk oggi è conservato al museo dell’Hermitage a San Pietroburgo.
Come si Producono i Tappeti
Credo sia doverosa una introduzione, per quanto non esauriente, all’arte di annodare un tappeto da punto di vista tecnico.
Il Graph
Quando ci si appresta a creare un tappeto la prima cosa necessaria è un progetto. Infatti, non è sufficiente avere un’immagine, per quanto dettagliata possa essere su un computer. Esistono degli artigiani predisposti a fare proprio questo: il progetto di un tappeto. Si tratta di un disegno, fatto a mano, del tappeto stesso, in dimensioni reali. Questo disegno, detto graph o cartone, viene eseguito su carta millimetrata che, successivamente, viene applicata al telaio in modo da poter essere seguita dagli annodatori.
Ogni quadrato della carta millimetrata corrisponde ad un preciso numero di nodi del tappeto, che dipende dalla densità di annodatura prescelta.
Mentre il graph viene disegnato, procedimento che, a seconda del dettaglio del motivo, può richiedere anche un mese, si procede, solitamente, alla preparazione dei materiali da usare ed alla tintura.
I materiali
I materiali usati per produrre tappeti sono molti e con molte caratteristiche differenti, ma quello più usato è la lana.
La lana è una fibra naturale che può essere raccolta da diversi animali: pecore, capre, alpaca, conigli, yak, bisonti e altri.
Usata dai tempi più remoti per creare capi d’abbigliamento, il suo uso nella fabbricazione di tappeti è documentato da ritrovamenti che datano a oltre duemilacinquecento anni fa.
La lana più usata per la produzione di tappeti proviene dalle pecore, e la migliore tra queste è la lana ricavata dalle pecore himalaiane. Questa lana ha fibre molto lunghe ricche di lanolina che le conferiscono un’alta resistenza insieme ad una confortevole morbidezza. Importante sottolineare che, per i tappeti di qualità, la lana deve essere a fibra lunga. Questa si ottiene pettinando d’inverno il vello delle pecore e tosando poi gli animali in primavera. Prima di essere utilizzata deve essere accuratamente lavata per eliminare tutti i residui di polvere e grasso: più pulita sarà, più i colori resteranno fissati, puri e brillanti.
La lana raccolta con la tosatura, però, non è ancora pronta per essere usata. Deve essere prima cardata e filata e, quindi, avvolta sui rocchetti.
La preparazione del materiale
La cardatura manuale della lana avviene mediante l’uso di attrezzi chiamati cardacci. Nella versione più rudimentale questi sono realizzati mediante due tavolette di legno irte di chiodi.
La lana viene inserita tra i cardacci, i quali vengono strofinati avanti e indietro, in modo da districare la lana. La funzione della cardatura è quella di allineare le fibre in modo che siano disposte tutte nella stessa direzione e, quindi, parallele.
Dopo la cardatura la lana viene filata. La filatura consiste nel trasformare le fibre in un filato il più possibile omogeneo che verrà poi utilizzato per la prodzione del tappeto.
Il filato, infine, viene tinto mediante l’utilizzo di tinture vegetali o sintetiche.
La tintura
La tintura vegetale è la forma usata fin da tempi antichi. Questo tipo di tinture viene ricavato da ingredienti naturali quali radici, foglie e minerali. Le tinture vegetali, proprio perché completamente naturali, tendono a schiarirsi con l’esposizione alla luce solare.
Le tinture sintetiche, al contrario, hanno una durata pressoché illimitata.
Dopo essere stata tinta la lana è pronta per essere usata per la produzione del tappeto.
L’annodatura
L’annodatura avviene su un telaio verticale. Questo telaio è una struttura rettangolare, in posizione verticale. Tra i due elementi orizzontali del telaio vengono tesi un gran numero di fili, solitamente di cotone, che costituiscono l’ordito del tappeto. La trama, invece, sarà formata dalla lana che viene annodata sull’ordito.
Esistono molti tipi differenti di nodi. Quello più usato da noi è il nodo tibetano.
Quando il tappeto è stato completamente annodato esso viene tolto dal telaio ed entra nella fase di finitura.
La finitura
La finitura del tappeto è la serie di procedimenti che gli daranno il suo aspetto finale.
Per fermare trama e ordito il bordo del tappeto viene ripassato a mano con una grossa cucitura.
Se il tappeto è provvisto di frange si lasciano i fili dell’ordito più lunghi alle due estremità e li si annoda in modo particolare, per fissare trama e ordito. Successivamente i due lati sprovvisti di frange vengono bloccati con una cucitura a mano. Quando il tappeto è sprovvisto di frange la cucitura laterale viene effettuata su tutti i lati.
Il pelo, dato che l’annodatura è eseguita manualmente, resta sempre irregolare e viene, quindi, livellato a mano con delle forbici.
L’ultimo passo prima del lavaggio è l’eliminazione dell’eccesso di fibra che rimane dopo l’annodatura e la pareggiatura. A questo scopo il tappeto viene steso e la sua superficie viene ripassata con una fiamma che brucia tutti i frammenti di fibra in eccesso che sempre rimangono impigliati all’interno del pelo.
Il lavaggio del tappeto finito avviene in grandi vasche d’acqua e mediante l’utilizzo di apposite pale di legno.
Graph
In tempi antichi gli artigiani che producevano un tappeto non seguivano un progetto preciso, ma usavano la loro fantasia per produrre le decorazioni. Per questo motivo non esistono due tappeti antichi perfettamente identici. Era normale che due fiori, sullo stesso tappeto, fossero leggermente differenti, perché l’annodatore lavorava, per così dire, “a memoria”. Questo faceva anche sì che spesso la forma stessa dei tappeti non fosse regolare.
Ai giorni nostri, invece, quando si produce un tappeto che abbia una decorazione, sia annodato a mano che tuftato a mano, è necessario che l’artigiano che materialmente lavora al telaio sappia bene cosa deve creare e che abbia uno strumento che lo guidi nel suo lavoro. Quando si tratta di tappeti monocromi, al contrario, questo non è necessario.
Il progetto che deve essere seguito si chiama graph o cartone e, oltre a costituire una guida per la decorazione, consente anche di controllare la forma e la densità dell’annodatura.
Annodati a mano
Il Graph per i tappeti annodati è il pattern del tappeto disegnato a mano, su carta millimetrata, a grandezza reale. La realizzazione di questo graph è eseguita esclusivamente da maestri pittori, specializzati in questo lavoro, e può richiedere anche un intero mese di lavoro.
Il disegno viene realizzato su grandi fogli di carta millimetrata. Ogni quadratino del foglio corrisponde ad un determinato numero di nodi, a seconda della densità di annodatura scelta.
Il foglio, succesivamente, viene arrotolato, o tagliato in striscie, e quindi applicato al telaio, per servire da guida agli annodatori.
Tuftati a mano
Quando, invece, si tratta di un tappeto tuftato a mano, considerando che le tecniche di produzione sono del tutto differenti, il graph è direttamente disegnato sulla tela che costituisce il supporto del tappeto. Questo perché, al contrario dei tappeti annodati, in questa tecnica il pelo è formato da filati inseriti direttamente nella tela dal retro del tappeto.
Il disegno fatto sulla tela rappresenta le aree di colore e ad ogni colore viene assegnato un numero.
Talam
Un caso particolare di aiuto per l’annodatura, usato in Pakistan, è costituito dal Talam. Si tratta di una specie di “scrittura per il tappeto” in cui ad ogni colore è associato un codice scritto, così come al tipo di annodatura. Scritto su carta viene, poi, seguito dagli annodatori o, in alcuni casi, letto ad alta voce da uno degli annodatori e seguito da tutti gli altri nel processo di annodatura.
Materiali
Nella produzione dei nostri tappeti usiamo diveri materiali, e ciascuno ha qualità differenti.
Dal più comune, la lana, all’innovativa fibra di soia, tutte le fibre che possono essere filate presto o tardi fanno parte della nostra collezione.
Iniziamo ad osservarne alcuni.
La lana è il materiale più comune usato per la produzione di tappeti, almeno per quanto riguarda il pelo o la parte a pelo piatto della superficie. La lana da tappeti proviene principalmente da pecore, benché sia utilizzabile anche la lana di capra.La qualità delle differenti lane può variare notevolmente. Alcune sono soffici e lucenti, con un aspetto setoso che risalta con un’adeguata illuminazione. Altre lane sono opache. La lana lucente è morbida o ricca di lanolina, molto più salutare e più durevole della lana secca.
Una delle scelte più importante che i tessitori di tappeti fanno è la qualità della loro lana. Questa scelta, infatti, ha effetti sul prezzo e sul valore di un tappeto, così come anche sulla sua resistenza all’uso. Alcune lane, comunque, sono scelte per la loro finezza, morbidezza e delicatezza della fibra. Questa lana proviene dal collo e dalla pancia della pecora, come la lana Angora, oppure, come per esempio la lana Indiana detta Pashmina, dallo strato del vello più vicino alla pelle.
La lana può essere usata sia per la struttura del tappeto che per il pelo. La struttura in lana è tipica, in particolare, delle tessiture nomadiche.
La seta, una fibra animale ricavata dai bozzoli dei bachi da seta, è un materiale estremamente caro e lussuoso usato nella produzione di capi d’abbigliamento e tappeti. La produzione della seta ha avuto inizio in Cina, luogo in cui era un segreto custodito gelosamente. In seguito il suo uso si diffuse in Persia e, da lì, a Bisanzio e in Europa. Nonostante l’alto costo, però, i tappeti in seta, anche quelli con trama e ordito dello stesso materiale, non sono rari, sebbene tendano essere pezzi d’alta qualità nella tradizione artistica delle corti.
Anche tessiture nomadiche estremamente lussuose possono avere parte del pelo in seta. Il fascino della seta riesiede nella finezza della fibra, notevolmente soffice, come anche nella sua luminosità riflettente. Per questo motivo l’effetto del colore sulla seta è molto più intenso e brillante che l’effetto dello stesso colore anche sulla più fine delle lane. La seta, comunque, è molto più delicata e meno durevole della lana. Di conseguenza molto pochi tappeti in seta sono conservati in buono stato. Questa rarità, associata ai costi di base, collocano gli antichi tappeti in seta tra i tappeti più costosi.
Le fibre di canapa si ottengono sottoponendo gli steli ad una serie di operazioni – inclusi la macerazione, l’asciugatura e la frantumazione – e ad un procedimento di separazione dalla parte legnosa dalla fibra lunga e diritta. Le fibre, di solito, misurano 1,8m. Esse, più lunghe e meno flessibili del lino, sono solitamente nei toni del giallo, del verde, del marrone scuro o del grigio e, dal momento che non possono essere sufficientemente sbiancate, molto spesso non vengono tinte. Questo, però, non significa che non si possa tingere. Dal momento che è una fibra molto ruvida non assorbe il colore in modo uniforme ed il risultato è un tipo di abrash naturale. È una fibra duratura e resistente ed è usata per cordami (per esempio corde, filati, funi), tessuti e tappeti.
Il lino è una delle più antiche fibre tessili ed è molto apprezzata per la resistenza, la lucentezza, la durata e l’assorbimento dell’umidità. È resistente agli attacchi dei microrganismi e la sua superficie liscia respinge lo sporco. È più resistente del cotone, si asciuga più velocemente e tende a sbiadire più lentamente se sottoposta alla luce del sole. Può essere sbiancata fino add un bianco puro ma la tintura è piuttosto difficile, perché le fibre non sono del tutto penetrate dai colori. Le qualità di lino più fini sono usate per fabbricare tessuti e merletti per l’abbigliamento e per la casa. Le qualità più robuste sono usate per prodotti che richiedono resistenza e capacità di assorbire l’umidità, come tele, corde, manichette antincendio, borse e, ovviamente, tappeti.
Seta di banano (abaca) – Lo strato esterno che contiene le fibre solitamente è separato dal picciolo mediante un’operazione in cui si staccano delle strisce di materiale tirandole. Nella seguente pulizia il materiale polposo è grattato via, a mano o a macchina, liberando i fasci di fibre che, poi, sono stese ad asciugare al sole. La lunghezza media della fibre, da 1 a 3 metri, varia in base alle dimensioni del picciolo ed al metodo di raccolta utilizzato. Il colore di queste fibre lucenti varia tra bianco, marrone, rosso, viola o nero, in base al tipo di pianta ed alla posizione del gambo: le fibre più resistenti si ricavano dallo strato più esterno.
La seta di banano è molto apprezzata per la sua eccezionale compattezza, flessibilità e resistenza, e perciò si usa per tappeti, sottopentola o carta (per citare solo alcuni usi). Le fibre interne della pianta possono essere usate senza essere filate per produrre tessuti leggeri e resistenti, per la maggior parte usati localmente per capi d’abbigliamento, cappelli e scarpe.
La fibra di soia di alta qualità si ricava dal cosiddetto “okara” (polpa di soia), uno scarto di produzione del tofu. La polpa di soia è la parte non solubile della soia che rimane quando questa viene lavorata e filtrata nella produzione del latte di soia. Contiene molte fibre e molte proteine. La fibra di soia si ottiene con una tecnica di produzione speciale.
Dato che la proteina di soia non può essere filata da sola, la si mescola con lana molto fine. Questa “lana di soia” ecologica è fatta di materie prime rinnovabili e naturali. Tutte le nostre fibre di soia provengono da piante non geneticamente modificate. La fibra di soia è più soffice del cachemire ed assorbe l’umidità come il cotone. Per queste ragioni un tappeto prodotto con questo materiale avrà sempre una mano soffice e fresca.
Il colore originale della fibra è un leggero giallo, ma può essere facilmente tinta con risultati eccellenti.
Il bambù è, contrariamente a quanto si crede di solito, considerata un’erba che cresce molto rapidamente, in condizioni particolari anche fino ad un metro al giorno. È pronto per essere raccolto in quattro anni e non richiede una coltura intensiva, grazie alle radici molto estese. Esistono due modi per estrarre la fibra: meccanicamente o chimicamente.
Nel procedimento meccanico i fusti legnosi vengono frantumati e degli enzimi naturali li fanno macerare in modo da estrarre e filare le fibre, come, per esempio, nella produzione della fibra di lino.
Nel procedimento chimico, invece, i fusti di bambù vengono frantumati, ma se ne utilizzano anche le foglie. Nelle fabbriche più vecchie si usano l’idrossido di sodio e il solfuro di carbonio che separano la cellulosa del bambù fino ad ottenere una soluzione di cellulosa molto viscosa. Questa viene, successivamente, spinta ad alta pressione attraverso degli ugelli per finire in una soluzione acida in cui i filamenti estrusi si solidificano. In fabbriche più moderne, più ecologiche, per questo procedimento si usano prodotti non tossici in un processo a circuito chiuso che recupera il 99,5% dei prodotti usati.
La fibra di bambù che ne risulta ha la lucentezza e la morbdezza della seta naturale, ma ha un prezzo inferiore ed una maggiore durata.
Tipologie Nodi
La densità dei nodi può essere uno dei fattori nella valutazione di un tappeto, ma non sempre è così. In manufatti nomadici ed alcuni esemplari annodati nei villaggi, la densità dei nodi, di solito, non è un fattore decisivo per la qualità. Non è un fattore importante nemmeno per i collezionisti di questi tappeti perché entrambi i tipi di tappeti sono valutati in base a standard differenti rispetto ai prodotti di laboratorio. I nomadi e i gruppi di tessitori dei villaggi non usano gli stessi strumenti sofisticati dei gruppi di tessitori cittadini. Il valore di questi manufatti deriva dal fatto che i disegni sono creazioni della memoria, che le tinture ed i materiali sono forniti dalla natura intorno a loro e, cosa più importante di tutte, che vi è espresso il modo di vivere dei tessitori. In media questi tappeti hanno una densità tra 25 e 100 nodi a pollice quadrato. Tappeti con una quantità di nodi più alta richiedono un tempo maggiore e dal momento che i nomadi migrano al cambiare delle stagioni, se i loro tappeti non sono finiti in tempo per la migrazione, sarebbero costretti a portare le matasse di lana. Per questo motivo i loro tappeti tendono ad avere una minore densità di annodatura che non i tappeti di laboratorio.
-Nodo iraniano
Il nodo jufti è usato in tappeti del Khorasan, Iran. Questo nodo può essere sia simmetrico che asimmetrico. Di solito il nodo è fatto su quattro fili dell’ordito, rendendo la lavorazione più veloce.
-Nodo asimmetrico
Il nodo asimmetrico è usato in Iran, India, Egitto e Cina. Per fare questo nodo il filo di lana è fatto passare intorno ad un filo dell’ordito e successivamente sotto il filo vicino e poi riportato sulla parte frontale. Con questo tipo di nodo si può ottenere una tessitura più fine.
-Nodo tibetano
In Tibet si usa una tecnica di tessitura dei tappeti esclusiva. Davanti all’ordito viene, temporaneamente, posta una bacchetta che definisce l’altezza del pelo. Un filo continuo viene avvolto intorno a due fili dell’ordito e, successivamente, una volta intorno alla bacchetta. Quando è completata un’intera linea di fili essi vengono tagliati per creare i nodi.
Densità Nodi
Ogni Paese ha metodi e definizioni differenti per stabilire la loro base per il conteggio dei nodi. Inoltre, c’è una gran quantità di tipi di nodi usati nei vari Paesi. In basso si troverà una scheda di definizione e comparazione MOLTO indicativa per alcuni dei maggiori paesi produttori.
Ritengo che confonderebbe e annoierebbe moltissimo dare un resoconto completo di come vengano eseguiti i nodi e di come vengono contati per ogni singolo paese. Questa scheda sarà di aiuto nella comparazione del conteggio dei nodi in ogni Paese.
India:
L’India ha sviluppato il sistema di valutazione di qualità elencato qui in basso. Si usano due cifre: per esempio 9/9. La prima cifra è il numero di nodi in 9/10 di un pollice della larghezza del tappeto. La seconda cifra è il numero di nodi in 4 e ½ pollici della lunghezza del tappeto. Di seguito la scheda di conversione a nodi per pollice quadrato (KPSI).
Qualità = KPSI (nodi per pollice quadrato)
3.5/32 =28
5/28 =35
5/32 =40
6/6 = 36
6/40 =59
6/45 =67
7/18 =31
7/40 =69
8/8 =64
8/36 =71
9/9 =81
9/25 =56
9/54 =120
9/60 =133
10/10 =100
10/14 =140
10/32 =79
10.5/48 =124
11/32 =87
12/60 =178
13/65 =209
14/14 =196
16/80 =316
China
Si usa un righello di 12 pollici per contare il numero di coppie di fili dell’ordito in un piede quadrato. Dal momento che la costruzione è quadrata si moltiplica il numero di coppie o il conteggio delle “linee” per se stesso e si divide per 144 o per il numero di nodi a pollice quadrato. L’esempio per 120 linee è: 120*120 diviso 144 o 100 nodi a pollice quadrato.
Linee = KPSI
50 =17
60 =25
70 =34
80 =44
90 =56
100 =69
110 =84
120 =100
130 =117
150 =156
160 =180
200 =278
300 =625
Iran: (Persiano)
I persiani basano la loro unità di misura sul “raj”, di circa 7 cm. La maggior parte, ma non tutti, dei migliori tappeti hanno una struttura di annodatura quadrata, con lo stesso numero di nodi sia in larghezza che in lunghezza. In basso c’è lo schema di base per convertire I “raj” in nodi per pollice quadrato.
Raj = KPSI
30 =118
40 =210
50 =329
60 =473
70 =675
90 =1066
Tecniche
Tappeti Taftati a Mano
Hand tufting , o tappeto taftato a mano ; e’ una tecnica di ricamo vera e propria dove l’operatore manualmente inserisce ogni singolo pelo di lana a formare il disegno del tappeto.
Oggi nel mondo 80% delle venditi di tappeti moderni viene realizzata con questa tecnica in lana .
Esteticamente sono dei bellissimi tappeti e qualitativamente sono molto robusti e duraturi ma non possono essere comparati con i tappeti annodati a mano perché questi ultimi sono riparabile e lavabili ad acqua .
Il punto vincente del tafatato a mano è il prezzo che è molto più basso dell’annodato . La ragione principale di questa differenza di costi è che i tappeti taftati sono più facili e più veloci da realizzare.
Il procedimento inizia tagliando il materiale nella giusta dimensione e forma in modo che possa essere steso su una sagoma di supporto, e da qui gli artigiani possono cominciare il lavoro. Si crea un’immagine del tappeto in modo che possa essere proiettata sul materiale per, poi, tracciare il disegno del tappeto. Come in un “colora-il-disegno”, ad ogni area del tappeto viene assegnato un numero per rappresentare i diversi colori da utilizzare. Successivamente i ciuffi del colore prescelto sono inseriti, mediante l’uso di un unico attrezzo chiamato tufting gun (pistola taftatrice), attraverso il supporto. Quindi si applica del lattice per fissare i ciuffi al supporto. I ciuffi inanellati vengono poi tagliati per creare il pelo. Viene, poi applicato uno strato di lattice sul retro del tappeto insieme ad uno strato di materiale che dovrà proteggere il pavimento negli ambienti in cui il tappeto sarà usato.