Come Risparmiare sul Conto Corrente

Il conto corrente è uno degli strumenti bancari più utilizzati. Si tratta di un contratto con il quale la banca s’impegna a svolgere i servizi di cassa per conto del cliente, custodendone il denaro e mantenendolo nella disponibilità dello stesso: il conto corrente bancario non è mai un investimento, ma serve per le esigenze di cassa della persona, della famiglia, dell’impresa. Il cliente sul conto corrente può effettuare versamenti di contante, incassare assegni e cedole di titoli, ricevere bonifici, nonché effettuare prelevamenti, emettere assegni e disporre pagamenti per utenze (bollette, affitto, ecc.), per imposte, rate di mutuo, bonifici, il tutto nei limiti della giacenza del conto. Volendo aprire un conto corrente è buona regola non fermarsi alla prima banca, ma fare un confronto tra le offerte dei vari istituti di credito prima di decidere a quale affidarsi. In genere, le banche offrono un conto corrente a pacchetto, dove è previsto un costo mensile fisso per tutte le operazioni insieme ad una serie di servizi, come le carte di debito, il libretto degli assegni, ecc.. Gli istituti bancari possono offrire anche un conto corrente convenzionato, ossia con condizioni particolarmente vantaggiose per le categorie che aderiscono alla convenzione stessa. Queste due tipologie di conto sono da preferire, rispetto ad un conto corrente che prevede il pagamento di ogni singola operazione effettuata dal cliente. Dopo avere deciso la banca non ci si deve fidare delle sole comunicazioni verbali. Il cliente, infatti, ha il diritto di ottenere, anche prima della sottoscrizione del contratto, una copia completa del contratto con le relative condizioni economiche e contrattuali, per una ponderata valutazione dello stesso. La consegna di tale copia non impegna né il cliente né la banca alla stipula del contratto stesso.

Per aprire un conto corrente non ci sono costi iniziali, ma è necessario possedere alcuni requisiti che vengono verificati dalla banca al momento della richiesta di apertura
-essere maggiorenni (altrimenti è necessario cointestarlo con un genitore)
-presentare un documento di identità valido e il codice fiscale
-non essere stato dichiarato inabilitato, interdetto o fallito
-non siano in corso istanze di fallimento o procedure concorsuali
-non essere iscritto nell’archivio informatico degli assegni per emissione di assegni a vuoti o senza autorizzazione
-non aver ricevuto la revoca all’utilizzo della carta di credito o del bancomat.
Al momento della stipula del contratto di apertura del conto, il cliente deposita la propria firma che viene archiviata dalla banca ed usata in caso di futuri controlli per verificare la sua autenticità.

Dopo la firma del contratto la banca fornisce il numero del nuovo conto corrente (che verrà richiesto prima di qualsiasi operazione), insieme alle coordinate bancarie che sono costituite da:
-codice ABI, che identifica a livello nazionale il proprio istituto di credito-
-codice CAB, che identifica a livello nazionale l’agenzia della banca dove è stato aperto il conto
-codice BBAN, per il riconoscimento nazionale della Banca e del proprio conto corrente
-codice IBAN, che identifica a livello internazionale la Banca e il proprio conto corrente
-codice BIC, per il riconoscimento della Banca nei pagamenti internazionali.
-Dal 28 gennaio 2008 il codice IBAN ha sostituito le “coordinate bancarie” e risulta essere diventato obbligatorio utilizzarlo ogni qual volta verrà effettuato un bonifico. L’IBAN già ora è indicato nell’estratto conto che la banca invia periodicamente. Il codice IBAN, sarà utilizzabile per i pagamenti effettuati sia in Italia che all’estero.
Il contratto di conto corrente è a tempo indeterminato, ma entrambe le parti possono decidere di chiuderlo in ogni momento, rispettando il termine di preavviso previsto nel contratto. Al momento della chiusura del conto il correntista deve restituire i moduli di assegno non utilizzati, il Bancomat.

Le Condizioni Contrattuali

Le condizioni contrattuali principali inerenti il conto corrente riguardano il tasso di interesse (a credito e a debito), i giorni valuta, l’eventuale fido, la commissione di massimo scoperto e le spese di gestione del conto, fisse e variabili. Il tasso d’interesse creditore (cioè a favore del correntista) è il rapporto tra la somma depositata sul conto e quella corrisposta al cliente a titolo di interesse per la durata di un anno.
Il tasso di interesse debitore, è quello a debito del correntista quando effettua prelievi oltre la disponibilità del conto. Praticamente quando il conto è in rosso la banca anticipa l’importo e si fa pagare un interesse per tutti i giorni in cui il conto risulta scoperto. Purtroppo questa percentuale è sempre molto più alta di quella del tasso di interesse a credito. Pertanto è importantissimo contrattare il tasso di interesse creditore e debitore con la banca prescelta e non accettare passivamente le condizioni che vengono offerte. Il contratto di conto corrente può prevedere anche un fido bancario, cioè l’importo massimo che la banca coprirà se il deposito sul conto dovesse esaurirsi. È bene sempre tenere presente il plafond limite del fido per non effettuare pagamenti oltre il limite concordato, in quanto il costo sarebbe ancora più elevato.
Bisogna ricordare, infatti, che ci sono due tipi di tassi di interesse debitore, uno che si paga se si esaurisce la disponibilità del conto ma non del fido bancario e uno se si va oltre i limiti autorizzati del fido. Inoltre, quando il conto va in rosso, c’è una commissione da pagare, una commissione massimo scoperto sullo scoperto massimo del periodo, considerato (in genere ogni trimestre), che anche questa varia a seconda che il debito sia o meno entro il fido.
Un’altra condizione importante del conto corrente è quella riguardante la valuta, ossia i giorni che trascorrono tra la data in cui viene effettuata un’operazione da parte del correntista e quella in cui la movimentazione si concretizza effettivamente. Questo è un altro degli elementi importanti da contrattare in quanto è proprio in base al giorno valuta che vengono calcolati gli interessi. Generalmente la valuta delle operazioni di addebito, come prelievi e bonifici, è antecedente rispetto alla data di effettuazione, mentre la valuta delle operazioni di accredito è successiva al momento in cui l’operazione viene realmente realizzata.
Le spese di gestione sono richieste dalla banca per la gestione e l’amministrazione del conto e possono essere fisse o variabili, quali, ad esempio, il costo di ogni singola operazione effettuata, le spese di liquidazione periodiche per il conteggio degli interessi a credito e a debito, i costi di scoperto, le spese di produzione ed invio delle comunicazioni contabili e dell’estratto conto. Fino all’entrata in vigore della legge 248/06 (Decreto Bersani), le banche facevano pagare anche le spese di chiusura del conto corrente, quando si decideva di chiudere il conto o di trasferirlo ad altro istituto, che, spesso, poteva anche essere di diverse centinaia di euro. La recente legge, invece, ha stabilito che la chiusura del conto corrente debba avvenire senza spese per il correntista. Di conseguenza, chi oggi volesse chiudere il proprio conto e/o trasferirlo in un’altra banca, potrà farlo senza pagare alcun costo di chiusura, ma semplicemente facendo richiesta in forma scritta presso la propria filiale, consegnando le carte di pagamento (Bancomat, in alcuni casi la carta di credito) e gli assegni non utilizzati, ed infine, verificando il saldo del conto che, qualora passivo, dovrà essere integrato.

Modifica delle Condizioni Contrattuali

Prima della legge 248/06 le banche potevano modificare le condizioni contrattuali del conto corrente con una semplice comunicazione, che era sufficiente pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale. Il cliente aveva solo 15 giorni di tempo per recedere dal contratto, alle condizioni precedenti le modifiche. Con la nuova normativa invece le modifiche unilaterali dei tassi, dei prezzi e delle altre condizioni di contratto sfavorevoli per la clientela, possono avvenire prima di tutto solo in presenza di un giustificato motivo ed la comunicazione deve essere inviata personalmente al cliente almeno 30 giorni prima dell’effettiva entrata in vigore delle modifiche, che avrà 60 giorni di tempo per recedere dal contratto alle precedenti condizioni. Inoltre, le modifiche dovute a decisioni di politica monetaria, ad esempio la modifica del tasso di riferimento della Banca Centrale Europea, dovranno essere effettuate anche nei tassi interessi creditori (a favore del consumatore) e non soltanto sugli interessi debitori (mutui, scoperto, ecc.)

Servizi Bancari Accessori

I più diffusi servizi bancari utilizzabili con il conto corrente sono
-Il libretto degli assegni che viene generalmente offerto gratuitamente, salvo il recupero delle spese di bollo. L’assegno è un titolo di credito che consente pagamenti senza utilizzare denaro contante; deve essere completato in ogni sua parte e non deve essere postdatato (è vietato dalla legge). Per evitare il rischio di falsificazione, è opportuno compilare l’assegno con penna biro o comunque con inchiostro indelebile nero. È opportuno apporre sempre sull’assegno la dicitura Non Trasferibile, così potrà essere incassato esclusivamente dal beneficiario. La dicitura è obbligatoria per gli assegni di importo superiore a quello previsto dalla legge.
-Le carte di debito (bancomat) e di credito (carta di credito). Entrambe le carte prevedono delle spese aggiuntive. Per il Bancomat sono rappresentate da un canone annuo e dalla commissione sui prelievi di denaro: quasi tutte le banche applicano questo costo solo se il prelievo avviene presso gli sportelli Bancomat di banche diverse da quella che ha emesso la carta. Le spese per le carte di credito sono in genere maggiori del Bancomat, in quanto ci sono da pagare i costi di emissione della carta e le spese delle rendicontazioni periodiche.
-La domiciliazione bancaria delle bollette (addebito delle utenze) spesso viene offerta gratuitamente dalle banche: basta sottoscrivere un ordine automatico e permanente. È opportuno verificare sull’estratto conto l’effettivo pagamento delle bollette. In caso di errore è necessario dare immediata comunicazione alla banca incaricata.
-Il bonifico bancario, cioè l’ordine dato ad una banca di pagare una somma ad un’altra persona. Nell’ordinare alla banca quest’operazione, è necessario essere estremamente chiari e precisi, fornendo le istruzioni necessarie (tempi, modi, costi) per evitare inutili costi e ridurre i tempi di trasferimento del denaro.
-La custodia e l’amministrazione dei titoli acquistati dal correntista ed immessi in un deposito titoli della banca. A fronte di questo servizio la banca richiede delle spese che possono incidere pesantemente sul rendimento dei suddetti depositi: certe volte le banche offrono il servizio di custodia gratuito per i titoli di propria emissione. Quindi è bene accertarsi preventivamente dell’entità delle spese di tenuta titoli richieste dalla banca. 6. Usufruire di un finanziamento, generalmente un fido fino ad una cifra concordata, oppure un prestito da rimborsare ratealmente.

Estratto Conto

L’estratto conto è un prospetto sintetico che riporta tutte le operazioni, in entrata e in uscita, effettuate sul conto nel corso di un periodo prestabilito, insieme al saldo finale. Inoltre può contenere notizie ed informazioni di interesse della clientela legate al rapporto bancario in essere. La scelta della periodicità dell’estratto conto è a discrezione del titolare del conto e può essere annuale, semestrale, trimestrale, mensile. Considerato che l’invio dell’estratto conto ha un costo è utile scegliere la periodicità di invio secondo le proprie effettive esigenze. Comunque, la Banca per legge ha il dovere di recapitare direttamente a domicilio, almeno una volta all’anno, tale documento. Le informazioni riportate sull’estratto conto riguardano il saldo iniziale e finale del periodo preso in considerazione; il tipo di operazioni effettuate e le commissioni previste per ciascuna; le spese di tenuta conto; gli interessi creditori, cioè gli interessi maturati a nostro favore sulla somma depositata; i giorni di valuta relativi a ciascun movimento; se il conto è andato in rosso, gli interessi debitori sullo scoperto, cioè sull’importo anticipato dalla banca per coprire i prelievi effettuati oltre il proprio margine di saldo; la commissione di massimo scoperto
Reclami
Qualora il correntista ritenga che le informazioni riportate sull’estratto conto non siano corrette, può inoltrare reclamo alla banca entro 60 giorni dalla data di ricezione dell’estratto conto, dopodiché il documento si intenderà approvato in ogni sua parte. Il correntista che ritiene di dover contestare la sostanza di una operazione, può reclamare per iscritto, entro due anni da quando l’operazione contestata è stata eseguita, direttamente alla sua filiale oppure all’Ufficio reclami della banca, il cui regolamento è esposto e disponibile nei locali della Filiale. Nel reclamo, oltre ai dati anagrafici, dovranno essere precisati i dettagli riguardanti l’oggetto del reclamo ed eventualmente allegate copie della documentazione ritenuta utile. Il tutto dovrà essere spedita usando una raccomandata a/r. La procedura di reclamo è gratuita per il cliente, salvo le spese relative alla corrispondenza. Se l’Ufficio reclami non risponde entro 60 giorni (90 giorni per i reclami relativi ai servizi di investimento), o se la risposta non è soddisfacente, ovvero se la banca non rispetta la soluzione concordata, il cliente può ricorrere per iscritto, sempre con raccomandata a/r, entro un anno dall’invio della contestazione, all’Ufficio reclami della banca, al Giurì – Ombudsman bancario, spiegando il contenuto della controversia e allegando ogni altra notizia e documentazione utile.

Consigli

Prima della conclusione del contratto di conto corrente la banca deve consegnare al cliente una copia completa del relativo testo contenente anche un documento di sintesi riepilogativo delle condizioni economiche e contrattuali.
Prima di scegliere un certo tipo di conto corrente è bene valutare il numero di operazioni bancarie che si prevede di effettuare ogni mese ed informarsi sul relativo costo. Eventualmente accordarsi con l’istituto di credito su un forfait di operazioni gratuite o con costo minimo all’anno.
Accertarsi sulla possibilità di poter godere di condizioni di favore per eventuali convenzioni stipulate dalla banca con varie categorie, o in base alla condizione lavorativa o sociale.
Ricordarsi che la banca si riferisce sempre al tasso d’interesse creditore al lordo della ritenuta d’imposta obbligatoria per legge, fissata al 27%. Fatevi dire anche il tasso d’interesse al netto della suddetta imposta.
Non accettare passivamente il conto proposto dalla banca ma verificare che le condizioni contrattuali ed economiche si adattino alle vostre esigenze. Saper contrattare è importante, soprattutto per quanto riguarda il tasso di interesse ed il numero di giorni valuta.
La variazione del tasso di interesse deve essere sempre comunicata per iscritto ai clienti, ma questa può limitarsi ad annunci sulla Gazzetta ufficiale, se la variazione è intervenuta per la totalità degli utenti della banca.
Valutare bene l’entità delle spese chieste dalla Banca (per esempio quelle di invio dell’estratto conto).
Non dimenticate mai di controllare per bene tutti gli estratti conto bancari per verificare che tutte le operazioni indicate siano quelle effettive.
Il correntista ha diritto di essere informato sulle variazioni sfavorevoli delle condizioni contrattuali con una comunicazione personalizzata ed inviata almeno 30 giorni prima dell’effettiva entrata in vigore delle modifiche e di recedere dal rapporto, alle precedenti condizioni, entro 60 giorni dal ricevimento della comunicazione.
In caso di supposizione d’errore o di contestazione di una operazione, rivolgersi alla propria filiale o all’Ufficio Reclami della Banca. Il reclamo può essere inviato con raccomandata A.R. o consegnato a mano allo sportello (in quest’ultimo caso chiedere la ricevuta all’impiegato). Se il reclamo non ottiene risposta entro 60 giorni, o se la risposta è insufficiente o negativa, rivolgersi a: Ombudsman – Giurì bancario, Via delle Botteghe Oscure n. 46 – 00186 Roma, oppure per fax al numero 06-6767400, o per e-mail a segreteria@ombudsmanbancario.it. All’Ombudsman si può ricorrere se il valore del danno non eccede 50.000 euro e se sul caso non si è già pronunciata l’autorità giudiziaria. Il ricorso all’ufficio Reclami e all’Ombudsman è gratuito e il verdetto definitivo è emesso entro 90 giorni

Luisa Maggio

Sono una casalinga che gestisce la casa a mentre scrive articoli su vari argomenti, come la cucina, l'organizzazione della casa e i consigli per la quotidianità. Condivido le mie esperienze e le mie conoscenze con i lettori, offrendo una prospettiva unica sulla quotidianità domestica.