Da alcuni vostri commenti ho capito che il top della cucina è una scelta che vi preoccupa; ma prima di iniziare questo argomento vorrei fare una piccola premessa.
Seppur il discorso madre è “la cucina” le stesse indicazioni valgono per ogni elemento dell’arredo, un anta è un anta che sia di una cucina, del mobile del salotto, dell’armadio o del pensile del bagno, i suggerimenti dati usateli per valutare ogni elemento. Inoltre sono sempre più frequenti le “interferenze” di un pezzo dedicato in ambienti diversi della casa, come la cucina con il soggiorno, ormai ambiente unico, o dei materiali del top usati anche nel bagno; esaminiamo quindi alcuni di questi evidenziandone vantaggi e svantaggi.
Salto l’acciaio, di cui ho già parlato in precedenza, e vediamo le pietre, naturali e non.
Quelle naturali sono indubbiamente molto belle (con la superficie un po’ martellata ancor di più) e danno un tocco di classe sia nella cucina moderna che nella classica, ma sono molto diverse tra loro per le caratteristiche fisiche, chimiche e meccaniche con rese quindi altrettanto diverse.
Elemento di pregio dall’antichità, il marmo è per natura un materiale non omogeneo creato dalla sedimentazione di diversi elementi cristallizzati col tempo, resistente agli urti ma assorbe facilmente, quindi si macchia e teme gli shock termici (proprio per la sua disomogeneità interna); il granito al contrario tiene bene il calore (parola mia che da mia madre tolgo la teglia dal forno e la appoggio direttamente sul rosa porrino) ed anche i graffi, non particolarmente poroso e grazie alle sua colorazione a chiazze nasconde bene eventuali “incidenti domestici”.
Le pietre più comuni, come il porfido, travertino, cardoso e soci, sono irregolari anche nella loro creazione in natura quindi può capitare di avere delle chiazze strane sulle lastre nuove; se optate per questa soluzione, consiglio un salto dal marmista prima della lavorazione per valutare insieme a lui la lastra da usare (onde evitare spiacevoli sorprese alla posa in opera). Su queste vengono applicati dei trattamenti chimici che ne limitano la porosità (= assorbimento) con buoni risultati, l’importante è ripeterli ogni 18/24 mesi. Ultimamente esistono dei trattamenti particolari che vanno a lavorare sulla struttura molecolare della pietra rendendola refrattaria ai liquidi, respingono letteralmente il fluido lasciandolo scivolare sulla superficie come su una pellicola invisibile. E’ una pratica recente ma sta dando buoni risultati.
Mentre quando parlo di pietre non naturali intendo i ricomposti di quarzo; al di là del marchio, più o meno famoso (non mi piace fare nomi ma devo specificare che l’okite è una marca non un materiale, un po’ come il plexiglass è la casa madre ma il materiale è sempre metacrilato), ogni casa produttrice ha le sue caratteristiche e qualità ma la base è la stessa, ovvero polvere di quarzo selezionata così da ottenere un materiale omogeneo con le stesse caratteristiche chimiche e fisiche + una piccola percentuale di resina per tenere il tutto unito e dare quella resistenza ed impermeabilità alla superficie del top.
Notevole il ventaglio dei prezzi, pur nella stessa casa produttrice, a seconda del colore o degli elementi decorativi interni (vetri metalli ecc,ecc,) questo dipende un po’ dalla moda del momento e molto dalla purezza del colore che si ottiene con maggior selezione di materiale quindi con più scarto, seppur mantenendo le stesse caratteristiche qualitative. Questi top infatti resistono bene hai graffi ed alle macchie, non dimentichiamoci però che i cibi contengono tra i più corrosivi acidi in natura, per cui non lasciamoli agire indisturbati sul top dicendo lo pulisco dopo, è il tempo che fa della goccia il trapano sulla pietra.
Direttamente dalla nautica arriva uno dei più innovativi prodotti degli ultimi anni: il sintetico (non posso fare nomi, ma avete capito vero??). E’ un impasto di minerali naturali e polimeri acrilici puri assolutamente impermeabili e lavorabili sia in fase di stampo che ti posa in opera, disponibile in moltissimi colori grazie a pigmenti inseriti nella lavorazione, e quindi non deteriorabili nel tempo, ha il suo punto di forza nella impermeabilità e nella possibilità di essere unito in modo impercettibile creando top, anche angolari, senza giunta alcuna e con vasche e scivoli che partono dalla superficie stessa del piano, o alzatine e/o schienali che salgono con raggiatura (raccordo concavo) evitando così la fastidiosa giunta (dove si infilano le briciole) dei top tradizionali. Il suo più grande nemico, il calore, essendo un materiale resinoso tende ad ingiallire col tempo, specie vicino alle fonti di calore, ma non disperate… Che siano graffi, o macchie , o ingiallimenti basta una passata di pasta abrasiva per veder riaffiorare il bianco sottostante; e se cade una pentola sbeccandolo? Con un apposito kit si ricostruisce la parte e , opportunamente levigata, torna come nuovo.
Qual è il contro? Decisamente il prezzo, ma il risultato sopratutto estetico è garantito. Questo è un ottimo materiale anche per il bagno (i suoi campi di applicazione sono veramente molti, anche nel’illuminazione).
Dal costoso all’economico, il buon caro vecchio laminato. Se volete spendere poco senza rinunciare all’ estetica oggi ci sono delle soluzioni soddisfacenti anche come resistenza, con bordi dritti , top unicolor , multistrato termo compresso.
Le caratteristiche di resistenza ai graffi ed alle macchie restano (come per le ante) ma le precauzioni sui vapori, calore, acqua devono essere altissime soprattutto in prossimità dei fori (piano cottura e lavello) dove il truciolare non è protetto e potrebbe gonfiarsi. Inoltre sono pieni di formaldeide (sopratutto quelli di bassa qualità) sostanza molto nociva e volatile, quindi evitate di poggiare il cibo direttamente sul piano.
Grande revival, tra di materiali di vecchia generazione, c’è la ceramica del lavello della nonna, antigraffio non porosa e quindi impermeabile ed igienica ma con nuova resistenza all’urto e con finiture simil pietra, proprio la stessa che usiamo come pavimento in lastroni di varie dimensioni ma con uno stile tutto moderno.
Un tentativo di entrata tra i top in cucina lo ha fatto il vetro, anch’esso fruttando le qualità di impermeabilità e resistenza agli acidi ed al calore, ma che non è andato oltre i piani cottura. Un po’ per la fragilità un po’ per la facilità al graffio ed ad evidenziare gli aloni di grasso (in cucina poi!!). Ha avuto più fortuna nei bagni, sia come top che nei lavelli stessi.
Altri materiali si affacciano ogni anno sul mercato alla ricerca di prestazioni sempre più alte ed estetiche esasperate di novità. Consigli generici, nessun materiale è immune al lime tagliato e lasciato 18 ore a contatto col piano (mi è capitato ,credete, di sentirmelo dire da una cliente!), appena vi accorgete di una macchia pulite il prima possibile, se dovete pestare la carne, mette un tagliere sotto, e quando togliete la teglia dal forno, se le griglie del piano cottura sono libere, usatele… Insomma, il buon senso è la cura migliore per mantenere come nuova la nostra amata cucina!