Aggiornato il 8 Ottobre 2021 by Luisa Maggio
Diciamocelo, il mondo della gastronomia casalinga ha un prima e dopo le splendide pentole in ghisa, oggetto del desiderio e del fanatismo di chi passa molto tempo dietro ai fornelli.
Questi oggetti distribuiscono perfettamente il calore, possono essere usate sia in forno che a contatto con la fiamma e se trattate con cura durano moltissimo tempo.
Come? Attraverso una piccola guida alla pulizia delle pentole in ghisa. Un metodo che sta donando l’immortalità a una mia vecchia bistecchiera, pesantissima. Sperando che voi siate più fortunati e ne abbiate un’intera batteria vediamo insieme qualche consiglio.
Le padelle in ghisa sono un oggetto del desiderio, e se siamo così fortunati da averle ricevute in dono o in eredità è un bel colpo di fortuna culinario. Perché se trattate con cura durano moltissimo tempo, cuociono distribuendo il calore e possono essere usate sia in forno sia a contatto con la fiamma.
Non sono però facilissime da pulire e da mantenere nel tempo, ed ecco la ragione di questo articolo, creare una piccola guida alla pulizia delle pentole in ghisa. Lo applico sull’unico strumento che posseggo in questo materiale: una vecchia bistecchiera, pesantissima. Sperando che voi siate più fortunati e ne abbiate un’intera batteria vediamo insieme qualche consiglio.
Iniziamo da cosa non fare
-lavare le pentole in ghisa in lavastoviglie
-lavare le pentole in ghisa con il detersivo per piatti
-grattare con la paglietta in modo forsennato
La ghisa assorbe. Odori del detersivo, sostanze chimiche del detersivo, rischiate di avere una pentola meravigliosamente pulita, che rilascerà nei cibi il detersivo. Evviva l’acqua calda, e se proprio non si riesce a lavare bene, un po’ di sapone.
E se grattate con forza, lasciate perdere. Mettete la pentola sul fuoco con dell’acqua e un po’ di bicarbonato.
Ogni due anni circa è bene fare una manutenzione straordinaria alla nostra pentola, la stessa che si compie quando l’abbiamo appena comprata, la stagionatura.
A pentola lavata con acqua calda, la asciugo perfettamente mettendola in forno per toglierle tutta l’umidità. Poi la tolgo e porto la temperatura del forno a 120 gradi.
Ungo la mia pentola con del grasso, come lo strutto, aiutandomi con della carta da cucina, compresi i bordi e il coperchio. Se scegliete l’olio fate colare eventualmente l’eccesso.
Metto la pentola, nel mio caso la piastra, in forno per 3 ore circa. Il calore è basso e costante e permetterà allo strutto di penetrare all’interno della ghisa, rendendola salva dalla ruggine e rendendo la superfice anti aderente.
Se preferite potete alzare la temperatura a 150 gradi e cuocere per circa 2 ore. Lascio raffreddare fino a temperatura ambiente e ripasso con carta da cucina.
Rimetto di nuovo dello strutto e rifaccio il procedimento per un’altra volta. L’ideale è rifarlo almeno 3 volte.
Poi per due anni sono a posto, anche se ogni volta che laverò il mio strumento rimetterò -dopo averlo lavato – lo strato di grasso che farò scaldare brevemente sul gas a fiamma media affinché penetri nella ghisa.