Come Evitare di Stirare

Aggiornato il 11 Settembre 2021 by Luisa Maggio

In questa guida mettiamo a disposizione alcuni consigli utili su come evitare di stirare.

Innanzitutto vediamo cosa è necessario stirare e cosa non lo è
– Stiriamo solo l’indispensabile: le camicie, le magliette “esterne”, alcuni pantaloni e tute, le tovaglie di cotone che si usano per gli ospiti, i fazzoletti ma non sempre, qualche tenda di quelle che proprio ne hanno bisogno (due – tre volte l’anno). Ma… STIRARE è UNA PAROLA GROSSA! Spesso basta una passata di ferro…
– Possiamo non stirare: mutande, calzini, canottiere, magliette intime, pigiami, magliette sottogiacca e t-shirt e qualunque tipo di maglia o felpa che possa passare l’esame del non stiro. Jeans non necessariamente, se fatti asciugare bene, idem per pantaloni da casa o da lavoro. Insomma, si guarda si giudica e si decide. Lenzuola e copripiumoni, coperte, plaid, asciugamani di spugna, asciughini e strofinacci della cucina basta piegarli bene. Idem i tappetini del bagno e della cucina.

I segreti per riuscire a non stirare sono fondamentalmente tre, di cui il primo più difficile
-Accettare di lasciare andare il modello pensiero che dice che “bisogna assolutamente stirare”.
Specialmente davanti all’evidenza che non se ne accorge nessuno se hai stirato o no. Per esempio le lenzuola che sono identiche a come saranno dopo averci dormito una volta sola.
Quindi tanto vale lasciar perdere il “piacere” di vederle stirate per un paio d’ore.
-Risulta essere fondamentale stendere bene i panni, possibilmente in tempi brevi rispetto a quando la lavatrice ha finito di lavarli, così da evitare che si formino pieghe importanti.
-Risulta essere anche raccomandabile ritirarli non troppo secchi e possibilmente piegarli subito, senza lasciarli a lungo in alte pile, producendo nuove pieghe.

Come stendere i panni per non stirare
– prenderli a due estremità e sbatterli con forza in modo da togliere il grosso delle pieghe
– tirare i vari orli (senza però deformarli!)
– ridare la forma originaria
– stendere i panni ben stesi sul filo o sullo stendino in modo che non acquistino ulteriori pieghe
– possibilmente stenderli all’aria aperta perché la brezza tende ad ammorbidirli
– fare attenzione a mettere le pinze in punti nascosti
– non lasciarli seccare troppo, specialmente in estate o se si utilizza uno stendino elettrico.
– nel caso di lenzuola, a seconda dello spazio che si ha per stendere, è importante stenderle bene ripiegandole su se stesse come quando si stira.
– camicie felpate: lavarle al dritto, abbottonate; appenderle ad un attaccapanni e lasciarle asciugare così; una volta asciutte, le potete appendere direttamente nell’armadio, oppure se le preferite piegate, procedete con la stiratura a mano e piegatura
– jeans: stenderli pinzando con le mollette il fondo dei pantaloni, meglio se con 4 mollette per gamba per far passare l’aria. Praticamente il peso dei pantaloni stesi all’ingiù li stira magnificamente.

Come raccogliere e piegare i panni:
– l’ideale sarebbe piegarli immediatamente, appena raccolti dal filo o dallo stendino
– nel caso non sia possibile, utilizzare l’asse da stiro (a qualcosa serve!) per poggiarli bene aperti uno sull’altro
– quindi sbatterli, stiracchiarli (se il tessuto lo permette) e poi piegarli. Non togliamo nulla al valore di quella che è una vera e propria stiratura, fatta con la precisione delle mani e il loro calore
– se sono ancora troppo gonfi si possono impilare mettendoci un peso sopra, per es. dei libri
– un trucco per avere panni come stirati, da adottare in particolar modo in inverno: raccogliere i panni ancora un po’ umidi, piegarli bene e lasciarli finire di asciugare sui termosifoni.
Per tovaglie ampie, lenzuola, copriletti, copridivani, un metodo usato negli alberghi: si “sbattono” in due persone. Stando lontano per tutta la lunghezza del lenzuolo, ciascuno prende due angoli (testa e piedi) e li fa combaciare, in modo che il lenzuolo risulti piegato in due. A questo punto si prende anche l’altra estremità e stringendo bene i pugni si fa un movimento rotatorio con le braccia dall’interno verso l’esterno, in modo che il lenzuolo si gonfi “a vela” e ricada. Si fa questo per 3-4 volte, poi si piega ulteriormente il lenzuolo 2 volte se singolo, 3 se matrimoniale, fino ad avere il lato corto di circa 30 cm. A questo punto per una ulteriore “stiratura” si può tirare con forza. Dopodiché le due persone si avvicinano e facendo combaciare i due lembi corti piegano il lenzuolo 3-4 volte. C’è chi preferisce
far capitare il risvolto sopra, chi dentro. Più facile a farsi che a descriversi.
Se proprio non ci si rassegna a vedere biancheria e indumenti un po’ spenti, si può dare una passata di ferro dopo averli piegati, solo sopra.
Cosa NON si presta alla stiratura a mano: capi di lino, viscosa, seta.

Un ulteriore trucco sarebbe quello di usare sempre un ciclo delicato di lavatrice che non stropiccia i capi.
Questi sistemi di “non stiramento” richiedono comunque parecchio tempo per pretrattare, lavare, stendere, raccogliere, piegare e riporre nell’armadio. Non è certo da pensare che ridurre la quantità di panni che NON passano per il ferro da stiro ci eviti il problema di lavare e piegare a mano, perché mai una volta una cesta dei panni s’è piegata da sola! Semplificarsi dunque la vita, che rimane
ciononostante piena di lavori da fare, è cosa sana e giusta.
Per esempio le più coraggiose di noi stanno sperimentando un’ulteriore rivoluzione riguardo alle mutande: riporle direttamente nel cassetto una sull’altra in una pila ordinata, senza piegarle. Si risparmia un sacco di tempo e si impara a declinare il vecchio modello pensiero in un nuovo e fantasioso modello di “ordinamento mutande”!
Altra possibile rivoluzione è smetterla di riporre i vestiti estivi o invernali negli armadi, in attesa della stagione successiva, tutti ben stirati, per tirarli fuori l’anno successivo e ri-stirarli perché immettibili.
Basta lavarli piegarli e metterli via non stirati, e stirarli l’anno successivo al momento dell’uso.

Asciugatrice
Tutto più facile per chi ha l’asciugatrice, però non bisogna sovraccaricarla, altrimenti i panni si stropicciano e soprattutto è importante cercare di piegarli il prima possibile dopo la fine del ciclo di asciugatura. A differenza di quelli stesi all’aria, i panni asciugati con l’asciugatrice sono più morbidi: asciugamani, tovaglie, jeans, coperte e simili possono benissimo essere velocemente piegati e riposti nei cassetti e negli armadi. I jeans in particolare sono veramente morbidi. Per quanto riguarda magliette, felpe, tute, pantaloni vari e simili la questione sta solo nell’abitudine e nel capire che ciò che da piegato ci sembra spiegazzato non è detto che lo sia anche addosso. Tutti i tessuti morbidi, infatti, diventano perfetti con una semplice passata di… mano! È sufficiente “stirare” i tessuti con le mani e velocemente le ultime pieghe spariscono. Questo vale anche per le magliette e le felpe, ovvero quelle che danno più dubbi. C’è anche da dire che, una volta piegati, questi vestiti tendono a perdere le pieghe rimaste dall’asciugatrice e ad autostirarsi da soli. Quando andremo a indossarli saranno
perfetti.
Con l’asciugatrice tutto sembra più facile, resta il fatto, però, che questo elettrodomestico consuma.
Eccome se consuma! Ciò che risparmiamo nello stiro lo spendiamo nei vari cicli di asciugatura. Se non si possiede un luogo dove appendere i panni, però, non c’è alternativa. L’unica possibilità che abbiamo è ridurre, quando possibile, la quantità di panni da asciugare. Un esempio su tutti i pile: sono così leggeri che è assurdo metterli i asciugatrice, si asciugano in poche ore. Stesso discorso per la biancheria in microfibra, le mutande dei pannolini lavabili modello pocket, e tutti gli altri indumenti realizzati in materiali sintetici. Quando proprio non se ne può fare a meno, almeno ottimizziamo.

Luisa Maggio

Sono una casalinga che gestisce la casa a mentre scrive articoli su vari argomenti, come la cucina, l'organizzazione della casa e i consigli per la quotidianità. Condivido le mie esperienze e le mie conoscenze con i lettori, offrendo una prospettiva unica sulla quotidianità domestica.