Aggiornato il 22 Gennaio 2023 by Luisa Maggio
In questa guida spieghiamo come organizzare l’armadio guardaroba.
L’armadio guardaroba, di varie forme e dimensioni, deve essere organizzato in modo razionale ed efficiente per avere a portata di mano biancheria e vestiario sempre puliti e in ordine.
Come Deve Essere l’Armadio
L’ideale è avere almeno quattro ante a testa per ogni componente della famiglia, due per l’inverno e due per l’estate. Ma nell’armadio spesso trova posto anche la biancheria per la casa, quindi si fa quel che si può. In genere comunque gli uomini necessitano di minor spazio, e i bambini hanno capi piccoli.
A ognuno spetta anche una quota di cassetti e di scaffali: mettere molti ripiani è meglio di impilare troppo, le pile si disfano e si crea disordine, oltre al fatto che si tende a usare sempre le stesse due o tre cose in cima. Si possono tenere gli scaffali in alto per conservare coperte, lenzuola, capi fuori stagione o che si usano poco.
Una buona pratica consiste nell’attrezzarsi di scatole per contenere tutta la minuteria che finisce sparpagliata e ammassata informemente sul fondo dell’armadio.
Come Organizzare il Guardaroba
Suddividete i vani interni secondo le necessità per mezzo di scaffali, divisori, cassetti, cestelli scorrevoli. Riservate una parte alla biancheria e ripartite i resto dello spazio in modo equo calcolando almeno due ante a testa: meglio, se possibile, quattro, riservandone due per gli abiti primaverili ed estivi e gli altri due per quelli invernali. Naturalmente a ognuno spetterà in più una quota di scaffali e cassetti per maglioni da collocare piegati e impilati, magliette, biancheria intima, camice da uomo piegate e impilate a croce in modo che il colletto non sia schiacciato (quelle da donna è consigliabile appenderle).
Scaffali o cassetti vanno benissimo anche per riporre la biancheria della casa e qualche scatola colorata e profumata per raccogliere guanti, foulard e tutti i piccoli accessori che in genere rimangono sparpagliati un po’ dappertutto. Le cravatte appendetele all’apposita astina o sugli appositi ometti: per pulirle spazzolatele con saponaria e benzina in parti uguali oppure cospargetele di talco e lasciate asciugare prima di spazzolare; le cinture vanno arrotolate in un cassetto o in una scatola.
I pantaloni vanno appesi con la piega per il fondo, gli altri senza piega, piegati in due e infilati negli ometti. Le gonne vanno appese agli appositi ometti (a molla, con ganci o pinze), i vestiti appendeteli singolarmente.
I cappotti, le giacche e altri capi pesanti, vanno appesi ad uno a uno agli ometti.
I cappelli vanno riempiti di carta perché non perdano la forma e riposti in sacchetti di carta: se di panno, lana, feltro, spazzolateli o, se sono delicati, con un batuffolo di velluto o di seta (qualche volta imbevuto di benzina) seguendo il verso del pelo e usate ogni tanto acqua e ammoniaca. Se il cappello è sformato provate a stirarlo con il ferro tiepido attraverso una pezzuola appena umida, mantenendo sempre imbottita la cupola; quelli di paglia scura vanno spazzolati e strofinati con un tampone imbevuto in olio d’oliva e asciugati con un panno pulito, quelli di paglia chiari vanno portati in tintoria.
Le borse di camoscio si smacchiano con etere, passate con carta vetrata finissima e poi con lo spazzolino di para. Quelle di coccodrillo, lucertola, serpente, vanno trattate con olio di mandorle oppure di ricino; potete anche pulirle con una miscela di acqua saponata e ammoniaca asciugando poi con un panno morbido. Quelle di pelle vanno lucidate con un po’ di lucido da scarpe neutro e con un panno di lana, per le macchie provate con un po’ di latte detergente: se macchiate di pioggia, passatele con acqua e alcool in parti uguali e poi lucidate. Quelle di vernice pulitele con latte o olio d’oliva: passatele ogni tanto con vaselina perché non si screpolino. Le macchie di unto dalla fodera si tolgono con trielina e quelle di biro e rossetto con alcool. Le borse di paglia vanno spazzolate con acqua e ammoniaca o alcool.
Le scarpe, vanno raccolte possibilmente, in apposita scarpiera. Per la durata delle scarpe e anche per l’igiene del piede, bisognerebbe non portare lo stesso paio per più di due giorni di seguito e bisognerebbe non ripor mai le scarpe umide e non avvicinarle a fonti di calore. Per riasciugarle, si strofinano con un panno, si riempiono le zeppe di carta e si appoggiano coricate da un lato: il sistema della carta serve anche ad evitare cattive pieghe alle scarpe. Per evitare che le scarpe che hanno preso molta acqua s’induriscano spalmatele abbondantemente di sapone da sella prima che si asciughino. Poi lasciatele asciugare lontano da fonti dirette di calore e quando saranno perfettamente asciutte lucidatele. Quando per qualche tempo non si devono usare, si puliscono ben bene, si fanno asciugare, se umide si strofinano con uno straccio imbevuto di qualche goccia di trementina, si avvolgono, riempite di carta in uno straccio o in un sacchetto di cellofan e si conservano una scatola, in un luogo asciutto.
Anche la ripulitura ha la sua importanza per la durata delle calzature. Va eseguita sul balcone o sul davanzale della finestra aperta, perché i mobili e i tappeti non raccolgano la polvere e il fango, che la spazzola lascerà cadere su un foglio. Dopo aver passato sulla scarpa uno straccio pulito, andranno distribuite piccole quantità di prodotto per scarpe (a base di cera e silicone) sull’orlo della suola e sui tacchi, poi sul reso della scarpa. Infine, sarà fatto uscir fuori il lucido con un’energia strofinata. Non abusare nell’uso del prodotto per non logorare, portandola a seccare (uscirebbero delle crepe) la pelle: molte volte basta lustrare la scarpa senza l’uso della cera. Per le scarpe di colore chiaro useremo spazzola, straccio e cera diversi da quelli usati per le scarpe nere o scure.
Le scarpe di camoscio vanno sfregate con una spazzola di metallo molto fine e, per alzare il pelo se sono diventate lucide, con carta vetrata fine 00. Il nabuk e il cinghiale vanno passati con gomma da matita e poi con un panno di lana.
Le scarpe di plastica vanno lavate con acqua e sapone, conservate quelle bianche cosparse di borotalco e quelle colorate unte di vaselina. Le scarpe di tela e/o da ginnastica, per non lavarle in lavatrice, potete trattarle con una spazzola e acqua saponata (usare prima con alcool o benzina sulle macchie più tenaci); poi vanno fatte asciugare, riempite di carta.
Perché sembrino sempre nuove, spruzzatele con uno spray impermeabilizzante. Se hanno la suola di corda, strofinatele con uno spazzolino intinto in uno shampoo per tappeti e moquette.
Le scarpe di vernice vanno pulite con latte e mantenute morbide, ogni tanto, con olio d’oliva: per smacchiarle usare aceto.
Gli stivali vanno tenuti sempre diritti e riempiti con carta o puntateli in alto con una molletta per biancheria.
I guanti di lana, di cotone, di filo, di seta, si lavano, tenendoli infilati nelle mani, come qualunque capo di questi diversi tessuti. Quelli in pelle richiedono maggior cura. Si acquistano un po’ più larghi, se di pelle lavabile, perché lavandoli si restringono. I guanti di pelle non lavabile, così colorati come i bianchi, si puliscono con benzina, stanno ben lontano dal fuoco: s’infilano e s’immergono nella benzina, insistendo sulle parti più macchiate poi si passa sopra, per qualche minuto un panno asciutto e si lasciano all’aria perché evapori l’odore di benzina.
I guanti di pelle lavabile, se poco sudici, si puliscono con mollica di pane; se sporchi, si lavano, sempre infilati nelle mani, in acqua tiepida e saponata, e si risciacquano sotto il rubinetto, sfilateli senza torcerli e metteteli ad asciugare su una salvietta di carta, lontano da fonti di calore. Quando sono asciutti, prima di riporli, infilateli di nuovo, aprite e chiudete le mani per ridargli forma. Quelli di raso macchiati vanno tamponati con trielina, cospargendo di talco e lasciati asciugare.
Relegate ai piani superiori gli abiti fuori stagione, le coperte di scorta e tutto ciò che non usate frequentemente.
Munitevi in ogni caso di un’asta stacca ometti e di una scaletta pieghevole per evitare pericolose arrampicate.
Pulite da cima a fondo l’armadio almeno due volte all’anno, a fine stagione.
Spolverate e lavate tutti gli interni con prodotti non abrasivi che non necessitino di molti risciacqui.
Per impedire il formarsi di umidità in un armadio, riempite una latta di caffè con della carbonella. Praticate dei fori nel coperchio e mettete la latta sul pavimento dell’armadio. Negli armadi più grandi, come quelli a muro, o nei ripostigli mettete 2 o 3 latte da 250 grammi.
Perché gli armadi profumino di buono, appendetevi dentro una vecchia calza di nylon piena di trucioli di legno di Cedrus: è anche un ottimo tarmicida.
D’estate, oltre a prodotti a base di canfora o naftalina, mettete nelle tasche degli indumenti di lana o nei sacchetti dei maglioni dei chiodi di garofano: se ne possono infilare diversi dentro la buccia di un arancio intero. Tengono lontane le tarme e lasciano anche un buon profumo aromatico.
Prima di mettere via le coperte di lana, lavatele e aggiungete due bicchieri di naftalina all’acqua del risciacquo.
Se gli scaffali non sono facilmente pulibili, rivestiteli con carta colorata o di giornale.
Coprite con fogli di carta anche il ripiano esterno in alto per riuscire a togliere più facilmente la polvere. La carta di giornale sembra avere la virtù di tenere lontano le tarme e potete anche usarla per avvolgere i capi da riporre al cambio stagione; altrimenti metteteli in sacchetti di plastica, tela o gli appositi sacchi di custodia.
Prima di mettere via per un lungo periodo abiti e soprabiti, cucite le tasche con qualche punto di imbastitura perché non si sformino. Non abbottonate le giacche perché non prendano false pieghe. I capi in pelle non devono essere chiusi in custodie di plastica ma avvolti con carta velina o custodie di stoffa, per poter traspirare.
Per mantenere profumata la biancheria e l’armadio, mettete sugli scaffali e nei cassetti dei diffusori di essenze o sacchettini di lavanda e altre essenze profumate. La lavanda è anche un antitarme naturale insieme ad alloro, chiodi di garofano, castagne d’India. I prodotti industriali sono rappresentati, invece, dalla canfora e dalla naftalina che non vanno mai messe a contatto con la biancheria: prima di disseminarle negli angoli, avvolgetele in carta velina o in sacchetti di tulle (quelli dei confetti per cerimonia), evitando assolutamente di usarle negli armadi dei bambini piccoli: prima di indossare gli indumenti trattati con canfora e naftalina è buona norma esporli diverse ore all’aria.
Gli impermeabili si puliscono dalle macchie di fango con una spugnetta imbevuta d’acqua e aceto bianco; dalle macchie di grasso con essenza di trementina. Poi spargete sopra polvere di talco.
Gli ombrelli generalmente, quando sono bagnati, si aprono, per farli asciugare. Risulta essere molto meglio deporli col manico verso terra, su uno stoino o uno straccio, per impedire alla stoffa di bucherellarsi lungo le pieghe e per non obbligarla, tenendola aperta, a una forte tensione, e, perciò, a stracciarsi facilmente. Anche in questa posizione si ripongono perché durino più a lungo, e non arrotolati o, peggio, chiusi nella loro guaina.
Come Pulire il Guardaroba
Pulire da cime a fondo l’armadio, dopo averlo svuotato, almeno due volte l’anno, in concomitanza con il cambio di stagione. Spolverare, lavare e arieggiare, rivestire gli scaffali con fogli di carta, meglio evitare quelli adesivi perché le colle attirano insetti. È buona norma mettere sul fondo degli armadi qualcosa che aiuti ad assorbire l’umidità in eccesso e a prevenire cattivi odori e muffa, come una latta da caffè con il coperchio forato, riempita con della carbonella o del bicarbonato. Un altro metodo utile può essere utilizzare dei sacchettini contenenti dei pezzetti di gesso, magari precedente spruzzati con l’essenza preferita.
Non dimenticate di lavare, piegare e stirare accuratamente i vestiti puliti: li troverete in splendida forma alla prossima stagione.